domenica 6 gennaio 2008

Claudio Burlando racconta cosa fa la sua giunta

Oggi su “La Repubblica” Claudio Burlando, nel ricordare Drovandi e Marollo e riflettendo sulla situazione politica, racconta ciò che ha fatto la sua giunta. Mi sembra corretto riportare alcuni passi dell’articolo anche qui.

[…] “Riflettevo su queste figure e sui difficili momenti di oggi. Sul dovere di difendere una storia e non una casta. Sull’esigenza di dimostrare che la politica può essere – e spesso è – una buona cosa. Certo la politica deve dare una risposta di sobrietà, ma non deve dimenticare la storia e deve indicare una prospettiva a un corpo sociale incerto e smarrito. E soprattutto dire la verità. La verità è che con la crisi dei mutui americani, con il petrolio a cento dollari, con la competizione dei paesi asiatici e con il debito italiano, affrontare questi passaggi è impresa dura. Prodi e Padoa-Schioppa ci stanno provando, ma finora hanno raccolto la solidarietà di Celentano e di pochi altri.” […]

”Il miglioramento dei conti della sanità ci ha consentito di ridurre le tasse per le fasce più deboli e nei prossimi anni le ridurremo anche alle fasce intermedie.

Cinquemila famiglie liguri, che hanno un anziano o un disabile a casa ricevono (o riceveranno nei prossimi mesi) un contributo (fino a quattromila euro) con il fondo per la non autosufficienza che fino a due anni fa non esisteva.

I contributi per i diritti allo studio non dipendono più dal tipo di scuola scelta ma solo dalla condizione sociale della famiglia.

Tutti gli studenti universitari che ne hanno diritto ricevono oggi la borsa di studio (fino a due anni fa solo il settanta per cento).

Da quest’anno tutti gli studenti universitari fuori sede che ne avranno diritto avranno positiva per l’alloggio.

E’ aumentato il sostegno all’affitto e stiamo investendo cento milioni di risorse pubbliche per garantire il diritto alla casa.

Da oggi chi non ce la fa a pagare le rate del mutuo può chiedere un aiuto alla regione.

L’altoforno di Cornigliano non inquina più, la bonifica è in corso e l’appalto della strada a mare sta per partire.

Mille dipendenti della Regione Liguria, di alcune delle sue società del settore della Sanità, non sono più (o non saranno più) precari ma lavoratori con piena dignità.

Una buona parte dei fondi europei li useremo per stabilizzare il lavoro precario anche nel settore privato.

Per capirci meglio, forse parlarci direttamente potrebbe essere utile. Io sono qui. Non sono “lontano” né “arroccato in un superbo silenzio”. Incontro centinaia di persone. Le porte sono aperte.

Penso che nella nostra storia e nel nostro presente ci sia qualcosa di buono per costruire un futuro.

Penso che una certa furia distruttiva non porta a nulla di buono. Ma sono attento a comprenderne le motivazioni e a vedere le sofferenze che ci sono dietro.

Poi ci sarà il giudizio dei cittadini. Nel frattempo, c’è ancora molto per cui combattere […]”

“Mettendo insieme il meglio delle culture politiche questo paese può ancora farcela, cambiando certo, ma non demolendo tutto. Ho fiducia che possa andare così.”

6 commenti:

Anonimo ha detto...

100 tonnellate di rumenta terrona qua in liguria.....ma perchè non ti vergogni...cosa ti ha proposto il premier il quella bella telefonata per farti accettare eh...di quanto ti è stato gonfiato il conto in banca eh...fate proprio schifo,vergognatevi tutti..anche se sarà quasi impossibile dato che per arrivare ad occupare certe posizioni una dei prerequisiti essenziali è pensare solo a se stessi senza guardare in faccia niente e nessuno...come se non ne avessimo già abbastaza di rumenta qua in liguria....TE COMPRESO COME RUMENTA OVVIAMENTE!

Anonimo ha detto...

Caro amico anonimo, non credo che si tratti di gonfiare il conto in banca di qualcuno. L’apertura della giunta Burlando rappresenta una disponibilità politica e anche un atteggiamento di solidarietà nei confronti dei campani.

Anonimo ha detto...

Mi sembra giusto aiutare la Campania visto che si trova in difficoltà: è un modo per non pensare solo a se stessi.

Anonimo ha detto...

La crisi dei rifiuti che investe la Campania non è solo un’emergenza di salute ed igiene pubblica che scuote il Paese. E’ un’emergenza politico-istituzionale: siamo di fronte alla resa delle Istituzioni campane almeno da quindici anni. Arrivare ad un simile livello di degrado in un Paese europeo, dopo un susseguirsi ciclico di emergenze negli anni precedenti, senza giungere alla minima soluzione del problema, denota in primo luogo l’assoluta incapacità gestionale e governativa da parte degli enti preposti.
Le molteplici collusioni, già denunciate da pochi (Saviano in primis), hanno permesso la creazione di un sottobosco di illegalità e passività che è servito a molti. Troppi, anche tra coloro che oggi si lamentano per la situazione, hanno fatto finta di non vedere o non sapere.
Napoli è specchio dell’Italia per la stampa straniera che, impietosamente, riporta ancora una volta gli scandali e la mancanza decisionale del Bel Paese. La sua endemica corruzione. Le sue mille complicità.
Ora, però, siamo di fronte al problema in tutta la sua gravità: pertanto è urgente, innanzitutto, risolverlo. Per fare questo le altre regioni d’Italia sono chiamate, come già in passato, ad aiutare la Campania, con spirito solidaristico. Certo ora, forse, l’unico gesto per risolvere la crisi può essere quello solidale. Ma di certo non può e non deve bastare.
Occorre avere la capacità di pianificare l’azione pubblica per prevenire emergenze e catastrofi, di ogni tipo. Non si può ignorare il problema per poi ritrovarsi ciclicamente ad pensare ad una soluzione temporanea per risolvere l’emergenza.
L’intera classe politica deve affrontare le proprie responsabilità (macroscopiche nella vicenda), indipendentemente dagli schieramenti. In primis chi quelle terre le ha amministrare e gestite per anni. In un qualunque Paese europeo, sindaci, governatori e membri delle Istituzioni coinvolte avrebbero rassegnato le proprie dimissioni, se non altro su pressione dell’opinione pubblica e della stampa (a cui si richiede sempre l’impegno della denuncia e della reale e concreta responsabilità civile super partes).
In secondo luogo, sarebbe necessario varare un piano di emergenza per sradicare corruzione, malaffare e collusioni dal nostro Paese, garantendo finalmente una piena certezza della pena e smontando quell’intreccio di leggi atte a rendere sempre più complicato il corso della giustizia.
In terzo luogo, è necessario affrontare il tema della gestione dei rifiuti garantendo l’autosufficienza di ogni regione, tramite politiche di riciclo ed incentivazione fiscale a chi le attua, la definizione di impianti di smaltimento realizzati con le tecnologie a più basso impatto ambientale possibile, concordando questi percorsi con i territori. Possibilmente in tempi e costi certi.
Infine sarebbero utili provvedimenti legislativi atti ad intervenire sulle modalità di imballo dei prodotti, per cercare di ridurre il più possibile la quantità di rifiuti da imballo prodotti, sull’effettiva attivazione del protocollo di Kyoto e su una maggiore incentivazione verso l’utilizzo delle tecnologie pulite e delle energie rinnovabili oggi a disposizione.

Anonimo ha detto...

amici carissimi anonimi e non
questa vicenda dei rifiuti campani torna a stimolare gli istinti più bassi dell animo umano
concetti come cristianesimo ;fratellanza;solidarietà e perchè no italianità sembrano essere spariti in alcune persone che poi fanno la morale di buon governo ai nostri politici di centro sinistra e in particolare a burlando
non sarete mica poi gli stessi che votate i partiti che si dicono difensori della famiglia cristiana ;della vita(la vostra)e criticano ferocemente chi prova a governare questa povera italia???????????
farvi continuare a vivere in un paese moderno e civile sembra che a voinon interessi
se governaste voi saremmo alle pulizie totali ma non di rumenta di chi non la pensa come voi?
provate per una volta a proporre qualcosa di fattibile e che sia immediatamente alternativo a chi ci prova e a voi non piace magari scoprirete che vi diverte e vi appassiona
ciao enrico

Anonimo ha detto...

Ormai non mi stupisco più...
forse è un brutto segno?
Essere italiani credo significhi fare l'interese dell'Italia (tutta), e se una regione (ed i suoi cittadini, tradotto: persone) è in difficoltà, a prescindere dalle responsabilità, penso sia un dovere per le altre aiutarla.
Se un domandi dovessimo essere noi ad avere delle criticità, non vorremmo aiuto dal resto d'Italia?
Io penso proprio di si.
Credo che uno dei mali d'oggi sia l'egoismo sempre più diffuso che limita il ragionamento al proprio giardino. E ciò non è certo un bene per la collettività.
Per fortuna ci sono ancora politici come Burlando che ragionano guardando anche oltre (...in caso contrario sì che ci sarebbe da preoccuparsi).
Simone