domenica 2 novembre 2008

Burlando e la lezione degli studenti

Il Presidente della Regione Claudio Burlando in una intervista pubblicata oggi su Repubblica parla dei giovani definendoli una generazione di "giovani maturi" che non vogliono perdere il futuro. Di seguito si riporta l'intervista.


Presidente "bello Burlando bello" le hanno cantato in corteo, Grillo l'hanno mandato via a Bologna. Che succede?
Al di là di tutto bisognerebbe riflettere, capire che questo è un movimento che non ha voglia di antipolitica, ma di politica seria, efficiente. Quelli che avranno 19 anni nel 2009, al momento del diploma, sono nati tutti dopo la caduta del Muro du Berlino, quindi è una generazione post odeologica. E mi ha colpito la loro maturità.

Ragazzi pragmatici?
Ragazzi maturi, è la prima generazione che ha ben chiaro che se non si costruisce il futuro, non lo avrà. Li prendono a calci nel lavoro, sono super sfruttati: una ragazza che lavora in un villaggio turistico dalle 8 a mezzanotte guadagna 400 euro al mese, sono 12 euro al giorno. Ma come si fa?

Già ma come si fa?
Solo una fortissima qualificazione scolastica ti può salvare e invece si presenta il decreto Gelmini, e non è il solo, che taglia 8 miliardi di euro. Arriva il maestro unico, immaginano classi per stranieri. Mi verrebbe da chiedere: ma se una famiglia italiana adotta un bimbo straniero, in che classe finisce? Così ti tolgono il futuro, non gli sprechi che pure esistono.

C'è una saldatura con il '68 o con il '77?

Il '68, nella sua parte buona, porta l'idea forza di una scuola "ascensore sociale" proprio per dare un futuro ai figli di famiglie non abbienti, con un grande meccanismo inclusivo. La mia generazione ha avuto questa opportunità, oggi è tutto finito, si arriva al massimo di disintegrazione sociale. Il '77 è lo sviluppo tragico del '68. E' un'epoca finita, siamo al mercato considerato il "dominus" il padrone, il re; nessuno ha nostalgia di una politica centralizzata, statalizzata, ma la deregulation è altro.

Come li ha visti lei, da politico, questi ragazzi di oggi?

Non ho trovato un grumo post ideologico, cercano i rapporti con le istituzioni più che con la politica. E' importante capirlo per il Pd, per il centrosinistra, perchè il movimento deve saper riconoscere le persone che ascoltano e dialogano. Lo ha fatto il Presidente Napolitano e si è visto come è stato accolto, con applausi. In realtà i giovani hanno dato lezioni di maturità e saggezza al mondo politico, al governo e a noi dell'opposizione. Del Pd. Ci hanno svegliato dal torpore post sconfitta, ci hanno detto che torna la voglia di politica. Loro si sentono discriminati dal governo, ma non sufficientemente rappresentati da chi si oppone. Basta mediazioni, dicono gli studenti, e si rivolgono a noi. Hanno bisogno di istituzioni che li ascoltino. La Regione è pronta a farlo, perchè se un mondo, la scuola viene verso di te, devi saperlo accogliere, o rischi di restare piegato su te stesso.

In concreto che cosa puà fare la Regione? E gli altri enti locali?

Se avessimo un governo realmente federalista, non avrei difficoltà a proporre: ditemi quali sono gli obiettivi da raggiungere, gli sprechi da eliminare e io li realizzo. Non serve l'accetta, ma il bisturi: da Roma non possono decidere quali sono le scuole da chiudere e quelle da salvare, la Regione con la Provincia e il Comune hanno la mappa del teriitorio. Si può arrivare a risprmiare un miliardo, un miliardo e mezzo, ma si può. Altre questioni si possono portare all'attenzione della conferenza Stato-Regioni, per trovare insieme soluzioni, senza usare le scure. Senza togliere la speranza di futuro.


Partire dai giovani e dal loro futuro mi sembra un ottimo modo per lanciare la candidatura al secondo mandato!!
E tu cosa ne pensi?