sabato 28 luglio 2007

ORE 5.59 DEL MATTINO

di Luigi Lunari
Tratto da OLI (Osservatorio Ligure sull'Informazione OLI) www.olinews.it

Perché siamo in estate ed è giusto ricaricare le pile, cercando di rigenerarsi dalla fatica invernale, ho pensato di pubblicare uno scritto di Luigi Lunari http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lunari, che mi ha smosso e mi auguro susciti la discussione. Scusate la lunghezza – Buona estate ai visitatori di questo blog.

PROLOGO - Erano le 5.59 del mattino di un giorno qualsiasi quando il Padreterno, schioccando il pollice e il dito medio della mano destra, abolì d'un tratto la pubblicità. La abolì in fatto ed in diritto, sopprimendone la presenza perfino come lemma dai dizionari, che passarono così direttamente da "pubblicare" a "pubblico", saltando "pubblicità", "pubblicitario", "pubblicizzare" e derivati.

ATTO PRIMO - Già un minuto dopo, infatti, i primi tram in uscita dalla rimessa si presentarono puliti e riconoscibili: tutti eguali nella loro tinta verde, le fiancate sgombere da ogni immagine di automobili o di spiagge esotiche, le porte ben visibili anche di primo acchito, i finestrini perfettamente trasparenti.

La novità dilagò a macchia d'olio, e tutti ebbero subito mille occasioni per rendersene conto. I giornali uscirono senza i paginoni variopinti su questo o quel supermercato, e senza pezzetti di carta colorata impiastricciati sulla prima pagina; i canali televisivi passarono da un programma all'altro senza l'insistente stillicidio degli spot su cellulari o dentiere; e - come sarebbe apparso chiaro nel prosieguo della giornata - senza interrompere film e dibattiti con sperticati elogi di computer o marche di birra. E anche su Internet - per quanti lo aprirono già di prima mattina - la "home page" apparvero limpide e chiare: senza il grandinare di messaggi in movimento, di intrusioni ammiccanti, di inviti a cliccare questo o quello, di filmati gracchianti e ineliminabili.

La stessa rivoluzione si verificò nelle strade. Nessuna gigantografia sui muri delle case, a pubblicizzare film storici o concerti rock, niente manifesti a conclamare svendite e liquidazioni; niente cartelli ai margini delle autostrade… Perfino i supermarket, fino al giorno prima così prodighi di aggressivi consigli per gli acquisti, apparivano rilassati e rispettosi. Il cliente entrava, si aggirava tra gli scaffali dove in bel ordine erano disposti dentifrici, merendine, confezioni di pasta e di biscotti, scatolette di tonno e di sardine: tutti in serena attesa, senza vantare le proprie superiori qualità con chiassosi cartelli di stile fumettistico, senza gareggiare in sconti, in metà prezzi, in offerte speciali… Liberati dai costi della pubblicità, tutti i prodotti erano sensibilmente scesi di prezzo. Il consumatore - non più distratto da eccitanti immagini femminili che gli garantivano la superiorità di questi o quei maccheroni - sceglieva liberamente, grazie anche al passa-parola dell'esperienza altrui. Spendeva meno, sceglieva meglio, sfuggiva alle tentazioni degli acquisti inutili, cessava di ingombrare il frigorifero di cibarie destinate alla spazzatura, e gli armadi di top e di short che passavano di moda con la stessa velocità con cui erano state imposti. Il mondo senza pubblicità era decisamente più bello e rilassante. Tuttavia…

ATTO SECONDO…Tuttavia, la trasformazione ebbe un suo alto, drammatico prezzo in un immediato aumento della disoccupazione. Agli ingressi della metropolitana - per esempio - si trovarono immediatamente disoccupati i ragazzi che distribuivano giornali gratis con sunti di notizie politiche e con i gossip del giorno. E cinque metri più in là, si trovarono altrettanto disoccupati gli spazzini incaricati di raccogliere i giornali che in quei cinque metri i frettolosi passanti avevano letto e subito gettato. Persero il lavoro anche i giornalisti e i tipografi che quei giornali avevano composto fino al giorno prima, e che si reggevano naturalmente sulle inserzioni pubblicitarie. E dietro si trovarono senza lavoro, nelle aziende di pubblicità, le fitte schiere di quanti vi lavoravano: art director, chief executive, copywriter, account, production manager, creativi, grafici, planner, fotografi, impaginatori, stylist… Chiusero i battenti gli studi rad iofonici, cinematografici e televisivi che di pubblicità si nutrivano, e finirono in strada turbe di cameramen, fonici, modelle, parrucchieri, truccatori, agent press… Il problema si fece presto gravissimo, provocò interpellanze in Parlamento, agitò i sindacati, che a gran voce chiesero il riconoscimento di uno stato di calamità, e interventi governativi a difesa delle categorie. Timidamente, il ministro del commercio estero notò come sulla bilancia dei pagamenti avesse avuto un benefico impatto la minore importazione di carta, di colori, di materiale fotografico specializzato e costoso… ma si trattò di poco più che uno stuzzicadenti opposto a un'inondazione. L'entità del fenomeno fece salire la percentuale dei disoccupati ai valori massimi degli ultimi cinquanta anni; ci furono disordini che spesso degenerarono in gratuite violenze, l'opposizione gridò allo scandalo, il governo restò in carica solo perché nessuno voleva ereditarne la patata bollente. Mai, nella storia della repubblica italiana, si era verificata una situazione tanto minacciosa per l'ordine pubblico. Tuttavia…

ATTO TERZO…Tuttavia, il minor costo di ogni prodotto commerciale - non più gravato dagli investimenti pubblicitari - fece aumentare in misura considerevole il risparmio delle famiglie. Al momento della dichiarazione dei redditi, ogni capofamiglia notò che quell'anno si era speso meno, e che il bilancio si chiudeva con un attivo assolutamente impensabile in passato. Le minori spese resero più facile al contribuente una più onesta dichiarazione fiscale, dalla quale risultava peraltro una maggiore possibilità contributiva. Le tasse aumentarono, ma - tutto sommato - in misura minore di quanto non fossero diminuite le spese: e con immediati, benefici effetti. Lo Stato vide crescere le entrate, il governo fu in grado di allentare i cordoni della borsa, e di rispondere positivamente alle richieste dei vari i ministeri e dei vari enti pubblici locali, fino a quel momento costretti a faticose acrobazie di bilancio e a ridurre all'osso il personale. Grazie alle nuove disponibilità economiche i tribunali poterono finalmente colmare i vuoti di organico, ed assumere i cancellieri e gli stenografi necessari alla normale attività processuale; le università riaprirono i concorsi, le scuole onorarono le cattedre, gli ospedali ovviarono alla cronica carenza di infermieri, le municipalizzate d'ogni tipo e dimensione allargarono le assunzioni molto al di là delle solite clientele di raccomandati…. Agli orfani della pubblicità (art director, creativi, modelle, parrucchieri…) non fu difficile trovare lavoro e nuove mansioni nella situazione che si era andata creando.

La tensione sociale si allentò, le manifestazioni di protesta cessarono, la vita sembrò davvero migliorare: scuole più efficienti, magistratura meno lenta, perfino infermiere più carine, grazie alla nuova utilizzazione di modelle e veline in un lavoro di cui esse avvertirono subito il minore stress, la ridotta pericolosità mediatica e un senso preciso di utilità per la collettività.

EPILOGO - Tutto prese subito una via più seria e appagante. Il Padreterno guardò giù, si compiacque, e pensò: "Ma per dio, non potevano arrivarci da soli?"



martedì 24 luglio 2007

Viabilità...

La Regione Liguria, nella persona dell’assessore alle infrastrutture Merlo ha dichiarato guerra ai tir questo provvedimento lo ritengo giusto e doveroso anche se è purtroppo un palliativo che non risolve i problemi all’origine. Sia chiaro, la situazione è questa: in attesa delle nuove infrastrutture e dell’avanzamento dei progetti occorre cercare di rimediare in qualche modo ed è corretto prendere determinate decisioni.
I progetti stentano a partire e molte volte stentano anche ad essere messi sulla carta. Recentemente ho assistito ad un dibattito a cui era presente l’architetto della Regione Gian Poggi che sintetizzava i vari step in questo modo: progetto – soldi – appalto – lavori.
Ecco, in molti casi, ad esempio la Gronda del Ponente che servirebbe ad alleggerire il traffico autostradale, si è ancora in attesa del progetto preliminare e il costo complessivo della sola gronda, sembra ormai superare e di molto la cifra stanziata dal governo per realizzare una serie di opere da effettuare sul nostro territorio, insomma mancherebbe circa 1 miliardo di €.
Quello che spaventa il cittadino medio è la lentezza, la sensazione è che nulla si muova anche se in realtà non è così ma…nessuno lo spiega…e l’assenza di comunicazione danneggia!!
Per quanto riguarda la gronda ad esempio i continui ritardi sono dovuti in parte a difficoltà tecniche come ad esempio la costruzione del ponte destinato a sostituire il viadotto Moranti perché bisogna valutare i vincoli presenti sul territorio, i costi associati ai 500 alloggi che occorrerebbero per risistemare le persone, i costi per la costruzione della galleria Leira – Cerusa che andrebbe a costituire il by-pass di Voltri, i costi dell’eventuale declassamento dell’attuale tratto autostradale, i costi necessari per procurarsi i metri cubi di materiale inerte da utilizzare nei lavori e i costi necessari a scaricare il materiale di risulta degli scavi (ad esempio per la galleria sopra citata).
Tutti aspetti che vanno affrontati e che le autorità stanno affrontando ma nel silenzio, senza che la cittadinanza venga messa a conoscenza…anche a questo serve il blog…però…

domenica 22 luglio 2007

“La calda estate dei genovesi verso il Partito Democratico”

Nella corsa alla raccolta firme (entro il 30 luglio 2007) le candidate e i candidati segretari sembrano essere in darwiniana evoluzione. Immagino in breve due diverse specie di candidati: gli appartenenti a “la casta” e le giovani leve della politica italiana. Rispetto alla metafora darwiniana, non ho l’autorità per dirlo, ma auspico il superamento delle divergenze interne al grande disegno del Partito Democratico, e rispetto a questo mi pongo in posizione di equilibrato ottimismo.

Superare il veleno del qualunquismo, e sollevare il velo dell’antipolitica sono imprese difficili, tuttavia, come cittadina non voglio rinunciare al mio bisogno individuale ma, anche, collettivo di un possibile miglioramento delle strutture politico-sociali della comunità. Di fronte alla crisi etica, che ha corroso profondamente i principi ispiratori delle attuali strutture democratiche, mi pongo la domanda di fondo: che fare? Personalmente intendo reagire, guardando ai contenuti del dibattito politico e, soprattutto, sforzarmi di conoscere, documentarmi e, quindi, andare a leggere i documenti essenziali del Partito Democratico: Decalogo per le assemblee costituenti…” e “Regolamento per le elezioni…”, votato dal Comitato dei 45.

Mi scuso per questa lezione di moralità da rivista femminile. Non ho nulla da insegnare a nessuno, semmai è dagli altri che posso imparare qualcosa, ed è questa la molla profonda che mi sospinge verso la comprensione dell’innovativo progetto del centrosinistra. La questione è importante: questa fetta della politica italiana non cambia solamente volto, con una nuova e più attraente maschera, investe e scommette in qualità; ripensa se stessa, è pronta a rinegoziare un nuovo contratto sociale.

Se Atene piange, Sparta non ride. Sono evidenti, infatti, le responsabilità del ceto borghese e del suo approccio superficiale verso la promessa elettorale di scambiare il voto in cambio dell’abolizione di una tassa invisa (l’ICI). Ma la sinistra non è innocente e la sua fatica, a recuperare in credibilità, sta in questa scommessa: costruire un soggetto politico nuovo, in grado di rinvigorire e energizzare le attuali alleanze e farne nascere nuove, all’insegna di una nuova e più forte stagione democratica.

Il succo. La nuova o il nuovo leader del Partito Democratico, eletta/o da un milione di cittadine/i nei gazebo di tutta Italia, è un’opportunità per tutte e tutti – forse, vale la pena di riflettere sulla serietà della scommessa.

giovedì 19 luglio 2007

Post sparito ?

Stamattina ho letto un post inviato da madagascar intitolato "un ponte tra politica e cittadini"
adesso è sparito. Mi spigate cosa state combinando?

mercoledì 18 luglio 2007

E’ possibile rafforzare il ponte tra Politica e Cittadini?

In questa parte vorrei proseguire la riflessione sui rapporti Politica-Cittadini, allo scopo di scrutare meglio i luoghi, in cui si potrebbero sviluppare detti rapporti. Affrontare il tema dei luoghi del dialogo politico, trovo che sia un argomento affascinante, avvincente, perché interessa e coinvolge i molteplici aspetti della vita sociale e meriterebbe di essere approfondito con attenzione. Uno di questi luoghi è la Rete, cioè Internet. Internet, la metafora del villaggio globale, la piazza moderna o agorà, luogo degli scambi culturali, sociali ed economici, territorio delle infinte discussioni e dei confronti accesi e pacati ma, anche, spazio della memoria e laboratorio pulsante delle idee. Queste sono solamente alcune delle possibili definizioni che si possono dare agli strumenti della dimensione virtuale, in cui l’homo politicus si misura. E il blog, contrazione di web log (traccia su Rete), è uno di questi strumenti.

E, allora, è lecito chiedersi “Se una discussione politica seria e produttiva abbia senso e possa svilupparsi all’interno di un luogo virtuale come questo blog?”. La risposta per me è in senso affermativo, perché il blog, in quanto “Big Conversation”, grande conversazione sul mondo, è un ambiente di comunicazione dove, a tutti i livelli di maturità politica, i cittadini (noi tutti) possono discutere e confrontarsi sui temi, che reputano importanti, associandosi in gruppi di interesse. E, quindi, la Rete (o il nostro blog, se preferite) diventa un luogo in cui la politica può voltare pagina e mostrare il suo volto più autentico e democratico - sul punto vorrei aprire la discussione a chi lo desidera, per dare vita ad un confronto aperto su idee e opinioni, anche, divergenti.

Vorrei riflettere, anche, su questo. Esprimere le proprie idee e convinzioni, mutare prospettiva a seguito di attenta riflessione, sono tutte esperienze molto belle, direi che sono aspetti della vita, stimolanti e utili, perché accrescono il nostro senso civico. Un conto, però, è scrivere il diario sapendo che nessuno leggerà il suo contenuto e, quindi, tenere segrete e solamente per noi le riflessioni; altro è scegliere di scrivere per sé e per gli altri, sapendo e volendo condividere con il resto del mondo, si fa per dire, idee, pensieri, desideri, aspettative, preoccupazioni e altre emozioni (gioia, rabbia, ecc.).

A seconda dello stato d’animo, è del tutto evidente, che il desiderio comunicativo muti nell’uno o nell’altro modo. Per me oggi - trovarmi all’interno di un luogo virtuale come questo, riservato ad un numero determinato di persone, rispetto ad un luogo aperto all’esterno, cioè un all’interno di una rete (netwok) di blog - mi porta alla domanda di prima, cioè “Se una discussione politica seria e produttiva abbia senso e possa svilupparsi all’interno di un luogo virtuale come questo blog?”. La risposta è di segno negativo, nel senso che preferirei comunicare all’interno di un network di blog e non per avere una visibilità personale maggiore, orientata a gratificare il mio ego, non è questa la molla: il motivo è un altro.

Per come la vedo io, il blog rappresenta un luogo tematico, una sorta di palestra di opinioni, in cui poter affrontare vari argomenti (tra cui quelli della politica), uno spazio in cui sviluppare il dibattito fra le diverse categorie sociali e professionali. Il blogger - la persona fisica che scrive e gestisce un blog (rimanendo sempre alla dimensione della politica, ma il discorso è traslabile ad altri settori) - secondo me, interagendo con altri blogger (e, quindi, ponendosi all’interno di una rete), contribuisce a rafforzare il legame Politica-Cittadini. In definitiva, il compito del blogger non è solamente quello di muovere piccoli o grandi climi di opinione all’interno di quella certa comunità virtuale, io penso, che egli abbia un’occasione che è quella di favorire lo sviluppo di quel ponte comunicativo fra Politica e Cittadini.

lunedì 16 luglio 2007

ricevuto da "Incontriamoci"

Gentile LORENZO, ti scrivo, per una volta, una mail più lunga del solito che ti chiedo di leggere con attenzione perché credo che il tema sia importante per il futuro di Incontriamoci.
Come sai mercoledì scorso sono state approvate le Regole per l’elezione dell’Assemblea costituente del PD. Per chi come noi ha lavorato da tanti anni e con tanta fatica per arrivare alla nascita del PD è un altro passo in avanti.
In queste settimane anche pubblicamente ho fatto presente che la scelta sulle regole era talmente importante da segnare per molto tempo la vita del futuro partito. Rimango dell’idea che forse si poteva fare meglio, si poteva partire con maggiore chiarezza e con meno vincoli dettati più dal passato che dal futuro.
Comunque e legittimamente, il Comitato chiamato a decidere ha deciso. Adesso tocca anche a noi decidere che fare, come Incontriamoci possa prima di tutto contribuire alla più vasta partecipazione di cittadini elettori il 14 ottobre.
Incontriamoci è oggi una realtà originale di partecipazione alla politica. Più di 25mila persone che hanno organizzato in totale autonomia oltre 1200 incontri su tutto il territorio nazionale sono una realtà vera e attiva nella politica italiana. Una realtà che non va dispersa.
Per questo propongo a te, come a ciascuno degli altri “Incontristi”, una nuova iniziativa politica concreta.
Per favorire una grande partecipazione dei cittadini, io credo che Incontriamoci possa e debba partecipare alle Primarie del 14 ottobre con una sua lista e con suoi candidati.
Mi sono convinto che questa è una scelta opportuna perché so che Incontriamoci può portare un contributo importante al successo delle Primarie. E questo grazie a te, a voi, e alla vostra passione.
Vorrei che fosse subito chiara una cosa: non è una “lista Santagata” quella che propongo. Per togliere ogni dubbio avrei pensato, infatti, di non candidarmi all’Assemblea costituente.
So, poi, che subito sorge una domanda: se facciamo la nostra lista, chi sosteniamo per la segreteria del PD? La mia risposta oggi è: vedremo. Vedremo chi saranno i candidati, quale progetto di PD propongono, quali valori e idee sostengono. E decideremo insieme, democraticamente, chi sostenere.
Ti chiedo, dunque, di rispondere a questa mail entro VENERDI’ 20 LUGLIO alle 12.00 per manifestare la tua disponibilità a lavorare insieme agli altri della tua provincia alla costituzione della lista di Incontriamoci.
Di seguito trovi il percorso che ho immaginato e che credo renda esplicita la novità di Incontriamoci come strumento di partecipazione in questa tappa decisiva per la politica italiana.
Aspetto come sempre la tua opinione, per continuare insieme il cammino.
A prestissimo e buon lavoro a tutti noi.
Giulio Santagata
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BOZZA DI REGOLE PER LA LISTA DI INCONTRIAMOCI
1. Entro venerdì 20 luglio, raccolta delle disponibilità ad essere punto di riferimento organizzativo della propria provincia con pubblicazione dei nomi e delle mail sul sito per essere contattati da altri interessati al percorso e costituzione del Gruppo di coordinamento provinciale.
2. Massimo entro il 15 settembre il Gruppo di coordinamento organizza una Assemblea pubblica in ogni collegio della provincia con all’ordine del giorno:
a. proposta del progetto di Incontriamoci per il 14 ottobre b. presentazione delle autocandidature per entrare nella lista c. voto a scrutinio segreto dei partecipanti all’Assemblea per la formazione della lista d. dopo la proclamazione dei risultati, raccolta delle firme per la presentazione della lista (minimo 100 per collegio).
CHI PUO’ CANDIDARSI: chi è registrato a Incontriamoci da almeno 15 giorni prima della data dell’Assemblea di collegio. Per candidarsi occorre presentare pubblicamente un breve documento di intenti e versare 50 € (20 per chi ha meno di 25 anni) per sostenere le prime spese della lista.
CHI PUO’ VOTARE: tutti coloro che partecipano all’Assemblea. Per votare occorre presentare un documento di identità valido e versare 5 € (2 per chi ha meno di 25 anni) per sostenere le prime spese della lista. L’elettore deve esprimere 2 preferenze.
COME SI FORMA LA LISTA: l’ordine dei candidati nella lista è dato dal risultato delle votazioni in ordine decrescente di preferenze ottenute fino al numero di 5 candidati.
CHI PUO’ FIRMARE PER LA LISTA: tutti coloro che partecipano all’Assemblea, anche non registrati a Incontriamoci, e comunque tutti gli aventi diritto al voto il 14 ottobre. La raccolta delle firme può ovviamente proseguire anche oltre la data dell’Assemblea.
3. Tra il 16 e il 19 settembre consultazione attraverso il sito tra tutti i registrati a Incontriamoci per decidere quale dei candidati alla segreteria sostenere. Il 19 settembre pubblicazione dei risultati.
4. Tra il 21 e il 22 settembre (come da Regolamento nazionale) presentazione della lista con il collegamento al candidato segretario nazionale.

venerdì 13 luglio 2007

Il Parlamento per studenti

Con la legge regionale "Istituzione del parlamento regionale degli studenti della Liguria", prenderà il via un nuovo organismo, composto da 30 studenti eletti in rappresentanza degli istituti e scuole secondarie superiori della Liguria, con compiti di consultazione e rapresentanza degli interessi e delle problematiche del mondo dei giovani.
L'idea è quella di favorire la partecipazione dei giovani alla vita pubblica e sociale.
Direi una bella iniziativa.
Che ne pensate?

giovedì 12 luglio 2007

Scusate ma ho un altro sassolino nella scarpa che mi devo togliere, premetto che questa mail la copierò e la inserirò, pari pari, sul nostro blog.

Non voglio essere una volta membro di un comitato civico ed un’altra volontario del presidente della regione, secondo la convenienza! Mi ritengo al servizio del centro sinistra, del partito democratico, delle idee in cui credo!
Ho appoggiato Marcello Danovaro non perché mi è stato “indicato” come volontario, ma perché lo stimo e lo ritengo una persona che può portare avanti le nostre idee.
Se domani candidano un'altra persona al posto del Presidente della Regione io appoggerò la persona che il centro sinistra candiderà e così onorevoli, senatori, sindaci, assessori e così via per questa coalizione.
Inoltre non si possono convocare i ” volontari ” solo quando ci sono delle tornate elettorali, si inalberano (uso questa espressione per il blog altrimenti sarebbe stato si in………) ci stanno mandando a stendere.
Finiamola pertanto con queste ambiguità, non siamo né cretini né bambini, almeno rispettiamoci tra di noi , da adesso in avanti mi piacerebbe essere considerato solo che un membro del comitato conlaliguriaditutti e basta!

Spero di trovarVi d’accordo con me, Lorenzo

magazine 3


„Comitato magazine3“ - genova -

Articolo sull’anali del voto di Andrea M.
Le recenti elezioni amministrative segnano un momento cruciale per i destini del centrosinistra in Italia nei prossimi anni. E’Si presenta, quindi, come necessaria una serena ma ferma analisi delle motivazioni che possono spiegare l’atmosfera presente nel Paese, e tanto più in una città tradizionalmente di sinistra come Genova, anche nei suoi quartieri storicamente popolari, dove a farla da padrone è stato l’astensionismo.
Innanzitutto è il governo nel suo insieme a dover trarre delle lezioni da questo risultato. Il rischio serio, da scongiurare traendo spunto dagli errori commessi, è consegnare il Paese nuovamente alla destra. E questa volta per molto tempo. Il governo, dunque. Verso di esso, dopo un disastroso governo di centrodestra, le aspettative erano davvero elevate ed il Paese si era rivolto in massa al centrosinistra, come una speranza per il futuro.
La prima opportunità mancata è stato un netto cambiamento rispetto al passo: un taglio di ministri, viceministri e sottosegretari (molti, peraltro, inutili). Si è guardato alla soddisfazione di tutti, aumentando il numero di cariche rispetto al passato, lasciando cadere l’opportunità di un gesto simbolicamente forte, di grande coraggio. Ed è il coraggio, spesso, a mancare nell’azione di governo, appannata dai particolarismi e dai distinguo.
Anche il coraggio di non candidare e di non offrire cariche a chi è stato condannato in via definitiva è mancato.
Il centrosinistra deve capire che il valore della legalità e della trasparenza è per i propri elettori fattore fondamentale e determinante: l’attuale delegittimazione della politica da parte dei cittadina è proprio figlia di un qualunquismo, generato dalla mancanza di moralismo e trasparenza, che genera il convincimento del “tutti uguali”. E, a riguardo, risulta devastante la vicenda delle intercettazioni telefoniche sul caso Unipol: non perché, ad oggi, vi siano fatti penalmente rilevanti, ma perché ormai su è perso il significato di Politica. Proprio perché una politica di centrosinistra deve garantire le medesime possibilità a tutti cittadini ed un forte sviluppo, tutelando i più deboli, e lottando per la giustizia e l’uguaglianza dei cittadini, è suo compito, di certo, rapportarsi con il mondo economico per perseguire gli scopi elencati. Ma non deve “tifare” per gli amici. Deve semplicemente definire “le regole del gioco”, garantendo i cittadini ed affermando gli strumenti in grado di garantire umanità e benessere per tutti al sistema capitalistico. In questa direzione deve andare lo stato sociale e la libera concorrenza.
Un passaggio importante, in grado di incanalare il consenso verso il governo, è stata la fase delle liberalizzazioni: una classe politica che finalmente ha tentato di sciogliere molti dei lacci che avvolgono l’Italia. Di fronte, però, a sparute proteste di alcune classi economiche, nonostante il grande appoggio nel paese verso i provvedimento Bersani, l’azione è stata meno incisiva. E’ mancato, nuovamente, il coraggio.
Arriviamo così all’indulto; una ferita aperta per il Paese: l’Unione deve capire che il valore della legalità è valore di sinistra, così come la certezza della pena ed il diritto alla sicurezza dei cittadini. Aprire le celle a chi ha commesso reati (compresi quelli finanziari), di fronte ad una crescente domanda di sicurezza, ha ulteriormente eroso consensi, creando un allarme sociale, su cui le destre vincono, con modi populistici, le elezioni. La soluzione per la risoluzione del sovraffollamento delle carceri italiane era molto più semplice: un piano straordinario di realizzazione di edilizia carceraria.
Non sono invece arrivati gli attesi provvedimenti atti a fermare la precarizzazione del lavoro, in primis giovanile, reale causa della debolezze nella creazione di nuove famiglie (il centrodestra farebbe bene a riflettere su questo): insomma il tema principale che aveva permesso la vittoria dell’Unione nel 2006 e la conquista del voto giovanile è stato lasciato in secondo piano.
La risoluzione del conflitto di interessi sembra avviata verso una strada tortuosa, così come il provvedimento sui Dico, mentre le leggi vergogna ad personam varate dal governo “Berlusconi” non sono state cancellate.
La Finanziaria ha poi fatto il resto: i flussi di cassa dovevano essere meglio calcolati per evitare una manovra troppo dura generando in seguito un extra gettito da spartire (con relative polemiche che durano da mesi sull’utilizzo del “tesoretto”). Le fasce di reddito per il calcolo della tassazione hanno generato la mostruosità che il ceto medio venisse tassato con la stessa aliquota del ceto benestante. La tassazione ha colpito, in primis, i lavoratori dipendenti, i quali, hanno già contribuito al risanamento con sforzi de facto “non eludibili”, ed ancora troppo ampia è la fascia di evasori (anche se un’azione in tal senso è iniziata), così come da rivedere dovrebbero essere le procedure per velocizzare il recupero dei debiti dovuti allo Stato.
La sensazione è quella che si parla e litiga tanto, ma si fa molto poco.
Il metodo caotico con cui si è proceduto, e spesso tuttora si procede (anche sul tema delle pensioni), con dichiarazioni anche contraddittorie tra loro, impedisce di prendere decisioni e getta il paese nell’insicurezza e nello sconforto (se non nella paura): a nessuno è mai in mente di sedersi attorno ad un tavolo ed uscirne (anche dopo ore) con una decisione unitaria, frutto di una sintesi.
Non dimentichiamo che per praticare un rigoroso riformismo, bisognerebbe dapprima avere le idee ben chiare in mente e compiere scelte nette, che, di certo, scontentano qualcuno, ma hanno la forza della fermezza (e si spera della bontà).
L’ampliamento dei diritti (in primis sociali) risulta perlomeno arenato (si vedano i Dico, applicati in moltissimi paesi europei), lo sforzo modernizzatore affievolito, il principio della laicità dello Stato teso a garantire un’azione politica in difesa dei cittadini tutti e, non dei soli credenti, troppe volte messo in discussione.
Di queste ore è la vicenda delle pensioni, e si spera si risolva positivamente per i lavoratori, anche se, anche su questo tema, sono stati troppi i tentennamenti.
La politica estera è, invece, il fiore all’occhiello di questo governo: generosa, ferma quando necessario, dinamica, protagonista. Certo, ci sarebbe voluto, uno scatto di orgoglio sulla base di Vicenza, anche inventando soluzioni nuovi come la proposta di discussione su una difesa a livello europeo, più che sulla Nato. Tanto più in quel momento di accavallamento tra la questione della base di Vicenza e il rifinanziamento della missione in Afghanistan.
Infine non vedo incisive misure a sostegno dell’ambiente: ad esempio, perché non pensare ad un obbligo di utilizzo della carta riciclata per ogni tipo di pubblicità?
Sia ben chiaro, però, che queste sono critiche costruttive, tali da non poter fare paragoni con l’operato devastante del governo precedente: la distruzione socio-civile ed economico-sociale portata avanti dal governo Berlusconi, che in prevalenza ha pensato a difendere i propri interessi, non ha precedenti.
La sconfitta del 28 maggio viene anche imputata al Partito Democratico. Io non penso che debba essere coinvolto il Partito Democratico in quanto tale, anche perché questo progetto è utile e necessario al Paese. Di certo il nuovo soggetto ha pagato lo scotto di una vicinanza al Primo Ministro, la cui popolarità è in caduta libera. Il problema è, però, un altro, ovvero come costruiamo il Partito Democratico: la gestazione della nascita, insomma. Si dice spesso di non creare la somma di Ds e Margherita ma, purtroppo, si sta andando in questa direzione. E allora pongo alcune domande. Su quale base valoriale condivisa costruiamo il nuovo partito? Mi spiego: c’è mai stata una discussione valoriale tra classi dirigenti e tra militanti su temi quali laicità dello Stato, sviluppo sostenibile, rapporto con i progressisti europei, economia, scuola, giustizia? Senza uno schema programmatico-valoriale, non vedo la differenza tra partito e lista civica.
A me sembra che, attualmente, ci siano solo delle interviste tra leader rimpallata sui giornali da un giorno all’altro, come in una partita di tennis. Finora si è parlato di Pantheon. A me interesserebbe parlare di idee, valori, soluzioni per il Paese.
E poi perché non allargare i propri orizzonti al mondo ecologista (penso ai Verdi), ai Socialisti, alla Lista Di Pietro? Non credo che la continua ricerca del compromesso Ds-Margherita sia la strada giusta: siamo di fronte ad un grande progetto, in grado di dare respiro ad una politica, non moderata, ma rigorosamente e orgogliosamente riformista. Perché rinchiudersi in se stessi? Perché non dare slancio ai giovani, avendo dato vita ad un comitato promotore di over 60, senza nessuno tra ventenni, trentenni e quarantenni? Il partito democratico dovrebbe proprio scardinare questo sistema gerontocratico vigente in Italia.
Spesso si è sentito dire che il Partito democratico non dovrà essere la somma dei gruppi dirigenti di Ds e Margherita: ebbene si sta facendo di tutto, invece, per fare questo. La scelta del leader (oggi si discutono anche le primarie, che dovrebbero essere ormai un metodo basilare) sembra appassionare di più che gli aspetti programmatrici. Il pantheon più dei valori. Le poltrone più che le idee.
Ripartiamo da zero. Per con-vincere.
Infine un accenno alla città in cui vivo, Genova. Qui il fenomeno è stata una grande astensione nei quartieri periferici tradizionalmente di sinistra. Questo perché la precedente amministrazione, che ha reso il centro di Genova splendido, ha trascurato le periferie, ormai in larghe parti degradate, governando in certe situazioni anche con arroganza (ad esempio votando l’installazione di un inceneritore, a fine luglio, su un sito discutibile per problemi ingegneristico-ambientali, con il parere contrario della cittadinanza), trascurando le richieste dei cittadini relative a sicurezza, degrado, pulizia delle strade, trasporto pubblico. Sono mancate le scelte condivise e la manutenzione dell’ordinario, pur essendo stato ben presente un grande progetto di cambiamento della città, che tutti possiamo osservare. Si è peccato troppo di presunzione, compiendo scelte senza discuterne con i cittadini (strisce gialle, inceneritore ecc.). Si è creato allarmismo con dichiarazioni confuse sulla chiusura degli ospedali. Non dovrà più succedere, se vogliamo essere una forza responsabile.
Anche questo dovrà servire di lezione.

Da Stefano al Membri del Direttivo: la riunione di ieri ..come momento iniziale di confronto.. mi è sembrata utile e interessante.. finalmente Marcello ci ha dato almeno la speranza che la politica non finisce dopo le elezioni.. che l'eletto non arriva alle istituzioni senza l'aiuto o le idee anche degli altri.. spero che l'incontro tra i coordinatori avvenga presto.. prima delle vacanze, saluti a tutti

Da Enrico V. ad Andrea m.: come sempre trovo nelle tue riflessioni molti argomenti che condivido in pieno quindi non vorrei tediarti argomentando su tutti
mi permetto invece di suggerirne tre sui quali mi piacerebbe aprire con te e con tutti un dibattito in quanto tutti ne parliamo ma poi in concreto non vedo proposte in particolare che partano dalla base
1 ) rinnovamento generazionale e di genere
come con che regole con che sistemi di partecipazione reale e sino a che livelli ?
2) partecipazione diffusa alla scelte locali
come con che sistemi di partecipazione reale e sino anche livelli?
3) comunicazione capillare su lavori e progetti in essere della giunta regionale in particolare su sanità, lavoro ,sicurezza
e conseguente possibilità di utilizzo e coinvolgimento di comunicazione sul territorio con iniziative del nostro comitato
ovviamente su queste cose avrei qualche piccola idea e se ne abbiamo voglia e tempo mi piacerebbe cominciare da subito a discuterne che ne dici ?

Da Libertà & Giustizia del 19/6/07 :
Pd, è giusto eleggere così il segretario?Prodi ha deciso: sarà "una scelta di popolo" con le primarie del 14 ottobre. Le liste dai 475 collegi saranno obbligatoriamente collegate a uno dei candidati alla segreteria del Pd. Basteranno 100 firme per presentare una lista. L'elenco dei candidati sarà breve e blindato, senza cioè la possibilità di esprimere preferenze. Per alcuni è la scelta giusta per eleggere un candidato forte, per altri il sistema di riprodurre correnti, radicando ulteriormente lo scontro tra Ds e Dl. E secondo voi? E' il sistema giusto per eleggere segretario e assemblea costituente? Preferireste poter scegliere i nomi all'interno delle liste? E Veltroni dovrebbe candidarsi?


Genova, sempre giugno ‘07 by blor

mercoledì 11 luglio 2007

Estratto da un articolo del Sole 24 di giugno ‘07:
Più di 170mila insidie alle aree tutelate - La lista nera delle minacce gravi

Lottizzazioni, villaggi turistici, alberghi, strade. Sono soltanto alcuni degli interventi finiti nel mirino delle soprintendenze e che saranno inseriti nell'attesa «mappa delle criticità». Su richiesta del ministro dei Beni culturali e vicepremier, Francesco Rutelli, i soprintendenti stanno infatti eseguendo un dettagliato monitoraggio delle minacce più rilevanti al territorio italiano sottoposto a tutela, con l'obiettivo di individuare gli "ecomostri" già esistenti e, soprattutto, di prevenire ulteriori danni. Evitare, insomma, quello che lo stesso Rutelli ha definito un «silenzioso sacco». In attesa che la mappa venga completata, le soprintendenze hanno fornito a Il Sole 24 Ore alcune anticipazioni delle "liste nere".È il caso di Recco, in provincia di Genova, dove la Soprintendenza ha segnalato con preoccupazione le previsioni di sviluppo residenziale (contenute nel Piano urbanistico adottato dal Comune) che comporterebbero un incremento di superficie edificabile di circa 97mila metri quadri in una zona di grande pregio paesaggistico e archeologico. Sempre in Liguria (regione con più del 92% della superfìcie sottoposta a vincolo)sarà abbattuto e bonificato lo "scheletrone", l'ossatura in cemento di quello che sarebbe dovuto essere un albergo, mai ultimato. Lo scempio si trova nell'area dell'ex Cava San Giovanni, sull'isola Palmaria, di fronte a Portovenere………Sarà invece oggetto di una prossima seduta della conferenza dei servizi il progetto dell'architetto Massimiliano Fuksas — progetto già approvato dal comune di Savona — per una torre di 120 metri, con residenze e parcheggi, da erigere nel porticciolo turistico della Margonara……..
Sei esempi in negativo Nel caso di Alimuri, Montecorice, Punta Licosa e Isola Palmaria si tratta di strutture già esistenti, blocchi di cemento e scheletri di edifìci abbandonati, tutti costruiti a pochi metri dal mare in zone sottoposte a vincolo. Le soprintendenze chiedono che vengano abbattute per ripristinare il contesto originario. A Capraia e Recco, invece, sono indicati progetti non ancora realizzati. Se le opere sulla carta dovessero essere approvate, avvertono le soprintendenze, aree paesaggistiche di alto pregio rischierebbero di essere compromesse…….
Isola Palmaria (La Spezia) Lo «scheletrone» Sarà abbattuta l'ossatura di cemento denominata «lo scheletrone»» sull'isola Palmaria, di fronte a Portovenere. Sarebbe dovuto essere un albergo, ma la costruzione non è stata mai ultimata. L'area sarà bonificata……….
Recco (Genova) Piano sotto accusa Il Piano urbanistico (Puc) adottato dal Comune di Recco prevede uno sviluppo residenziale con incremento dì superficie utile di 97mila metri quadri in una zona di pregio paesaggistico e archeologico

Speriamo che la Regione Liguria intervenga al più presto!

martedì 10 luglio 2007

Dai dati pubbliacati dall'ISTAT è emerso che, mentre dal 2001 al 2004 il tasso di occupazione in Ligura è rimasto sostanzialmente invariato intorno al 60%, a fronte di un aumento a livello nazionale, in questi ultimi due anni, invece, è ripreso a crescere.

Sarà merito della Giunta Burlando?

Io penso di si.

La lotta alla precarietà era ed è un punto di forza del programma e, pian piano, credo che più si sviluppi questo programma, più vengano fuori i risultati.



Condivido l'invito di Lorenzo ad utilizzare il blog...è nato per farvi sentire, per dare l'occasione ai lettori, ai cittadini tutti di esprimere il loro pensiero...

..."diteci la vostra"!

Noto con dispiacere che dopo l'entusiasmo iniziale ricominciamo con l'apatia, nessuno scrive più nel nostro blog, Vi invito, anche per quei liguri nel mondo che hanno visitato il nostro sito, e che stimolo a scriverci non solo per motivi politici, a riprendere la discussione, inoltre vorrei sapere la Vosta opinione sulla raccolta firme per il referendum della riforma elettorale. Saluti.

lunedì 2 luglio 2007

Benvenuto!

Spero di essere benvenuto nel ns. blog, e vorrei ricordare a tutti che per redigere il ns. "magazine" necessito di una mini redazione, inoltre invito tutti i nostri associati ad inviami articoli, scritti o segnalzioni varie per poter "mettere in rotativa" un nuovo numero del magazine.
un cordiale saluto a tutti,
Lorenzo