domenica 27 gennaio 2008

Per ricordare

Oggi, 27 gennaio, è il Giorno della Memoria per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli di Auschwitz scoprendo tutto l’orrore del genocidio nazista.

Il ricordo è importante per tutti anche se, per coloro che hanno vissuto questa atroce esperienza, è una prova dura e dolorosa.

“Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto”. E’ una frase di Shlomo Venezia (dal libro “Sonderkommando Auschwitz”), ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana, uno dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l’incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Gli uomini del Sonderkommando accompagnavano i gruppi di prigionieri alle camere a gas, li aiutavano a svestirsi, tagliavano i capelli ai cadaveri, estraevano i denti d’oro, recuperavano oggetti e indumenti negli spogliatoi, ma soprattutto si occupavano di trasportare nei forni i corpi delle vittime.

Il suo è davvero un racconto lucido e terribile che lascia senza parole. E’ proprio per queste persone, per le atrocità che hanno subito, che è importante che questo giorno non cada nella retorica delle celebrazioni ma sia un’occasione per ricordare avvenimenti che hanno cambiato la nostra storia.

Primo Levi diceva: “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto…occorre quindi affinare i nostri sensi, diffidare degli incantatori, da quelli che dicono belle parole non sostenute da buone ragioni”.

Cerchiamo davvero che il ricordo non abbandoni mai il nostro presente e il nostro futuro.

domenica 6 gennaio 2008

Claudio Burlando racconta cosa fa la sua giunta

Oggi su “La Repubblica” Claudio Burlando, nel ricordare Drovandi e Marollo e riflettendo sulla situazione politica, racconta ciò che ha fatto la sua giunta. Mi sembra corretto riportare alcuni passi dell’articolo anche qui.

[…] “Riflettevo su queste figure e sui difficili momenti di oggi. Sul dovere di difendere una storia e non una casta. Sull’esigenza di dimostrare che la politica può essere – e spesso è – una buona cosa. Certo la politica deve dare una risposta di sobrietà, ma non deve dimenticare la storia e deve indicare una prospettiva a un corpo sociale incerto e smarrito. E soprattutto dire la verità. La verità è che con la crisi dei mutui americani, con il petrolio a cento dollari, con la competizione dei paesi asiatici e con il debito italiano, affrontare questi passaggi è impresa dura. Prodi e Padoa-Schioppa ci stanno provando, ma finora hanno raccolto la solidarietà di Celentano e di pochi altri.” […]

”Il miglioramento dei conti della sanità ci ha consentito di ridurre le tasse per le fasce più deboli e nei prossimi anni le ridurremo anche alle fasce intermedie.

Cinquemila famiglie liguri, che hanno un anziano o un disabile a casa ricevono (o riceveranno nei prossimi mesi) un contributo (fino a quattromila euro) con il fondo per la non autosufficienza che fino a due anni fa non esisteva.

I contributi per i diritti allo studio non dipendono più dal tipo di scuola scelta ma solo dalla condizione sociale della famiglia.

Tutti gli studenti universitari che ne hanno diritto ricevono oggi la borsa di studio (fino a due anni fa solo il settanta per cento).

Da quest’anno tutti gli studenti universitari fuori sede che ne avranno diritto avranno positiva per l’alloggio.

E’ aumentato il sostegno all’affitto e stiamo investendo cento milioni di risorse pubbliche per garantire il diritto alla casa.

Da oggi chi non ce la fa a pagare le rate del mutuo può chiedere un aiuto alla regione.

L’altoforno di Cornigliano non inquina più, la bonifica è in corso e l’appalto della strada a mare sta per partire.

Mille dipendenti della Regione Liguria, di alcune delle sue società del settore della Sanità, non sono più (o non saranno più) precari ma lavoratori con piena dignità.

Una buona parte dei fondi europei li useremo per stabilizzare il lavoro precario anche nel settore privato.

Per capirci meglio, forse parlarci direttamente potrebbe essere utile. Io sono qui. Non sono “lontano” né “arroccato in un superbo silenzio”. Incontro centinaia di persone. Le porte sono aperte.

Penso che nella nostra storia e nel nostro presente ci sia qualcosa di buono per costruire un futuro.

Penso che una certa furia distruttiva non porta a nulla di buono. Ma sono attento a comprenderne le motivazioni e a vedere le sofferenze che ci sono dietro.

Poi ci sarà il giudizio dei cittadini. Nel frattempo, c’è ancora molto per cui combattere […]”

“Mettendo insieme il meglio delle culture politiche questo paese può ancora farcela, cambiando certo, ma non demolendo tutto. Ho fiducia che possa andare così.”