mercoledì 26 dicembre 2007

Il bene che non muore e la teoria delle dinamiche dominanti: due aspetti della solidarietà

Nel blog di Massimo Gramellini del 22 dicembre ho trovato un post che faccio mio per invitare alla riflessione sul tema della solidarietà. Parto dall'ovvia considerazione che uomini e donne differiscano come genere e come comportamenti. Nella moltitudine delle azioni umane c’è chi è orientato/a verso sé stesso e chi (una minoranza) pensa anche al bene altrui. Dunque in questa mescolanza di vedute può senz'altro trovare spazio la solidarietà, nel senso buonista, cioè fare del bene in modo disinteressato (lo so, è raro, ma esiste e non solamente a Natale). In tal senso la solidarietà è quando il benefattore non si aspetta che gli altri ricambino il suo gesto. Questo tipo di solidarietà può diventare un buon esempio da seguire, non vi pare?
Ma il concetto di solidarietà è ampio: ecco una delle possibili interpretazioni in chiave matematica, tratta dalla teoria delle "Dinamiche dominanti" del premio nobel John Forbes Nash (A beautiful mind, 2001, con Russell Crowe). In breve, Nash - rifacendosi al pensiero dell'economista Adam Smith, secondo il quale: "Un gruppo ottiene il massimo risultato quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé stesso" - dimostra che l'ambizione individuale serve al bene comune e quindi: "Il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo".
M.R.

…La sera di Natale di tanti anni fa, il giovane disoccupato Larry Stewart entrò in una chiesa di Kansas City per chiedere l’elemosina. Tese la mano a una signora ingioiellata che stava pregando Dio con spettacolare fervore «Torna domani», lo liquidò lei, sprezzante. Larry decise che non avrebbe più chiesto l’elemosina a nessuno ma che l’avrebbe fatta a chiunque, per evitare agli altri l’umiliazione di subire un rifiuto come quello che aveva appena incassato lui…Diventato un piccolo imprenditore televisivo, invece di gettarsi in politica si incollò la barba di Babbo Natale sulla faccia e cominciò a dispensare biglietti da 5 dollari ai miserabili della città. Su questo ultimo punto dissento, condivido il resto. Penso infatti che si possa "gettarsi in politica" ed essere solidali, dipende dalle proprie idee sul mondo. Intanto i suoi affari crebbero e con essi i bigliettoni del Babbo misterioso...finché un giorno gli trovarono un tumore all’esofago e Larry dovette dare fondo a tutti i risparmi per le cure. Il suo cruccio era di morire senza lasciare nulla. Perciò si svelò in pubblico: ammise di essere il Babbo segreto, implorando chiunque fosse ricco come un tempo lo era stato lui di prendere il suo posto, il prossimo Natale. Il prossimo Natale sarebbe questo…da alcuni giorni in città c’è un Babbo misterioso che si aggira fra i poveri, distribuendo banconote da 100 dollari.
Morale della favola vera: il bene può nascere da un buon esempio come da uno cattivo. Perché la qualità dell’esempio è importante. Ma quella del cuore che lo osserva, di più.

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