mercoledì 19 dicembre 2007

STORICO NO

18-12-07 e 104 sono numeri da ricordare. Ieri, infatti, è stata approvata dall'ONU, con il voto di 104 paesi, la risoluzione sulla moratoria della pena di morte.
E' una grande vittoria di democrazia e di civiltà.
La risoluzione non è vincolante, ma certamente è un importante passo verso l'abolizione totale di questa violazione dei diritti umani perchè autorizza i vari organi dell'ONU ad operare per raggiungere tale obiettivo.
Speriamo davvero di non fermarci qui!

2 commenti:

luciano ha detto...

a tutti e alla ReDAZIONE AUGURI di Buone FESTE per un 2008 pieno di felicità. luciano benacchio

Redazione ha detto...

Speriamo che la risoluzione delle Nazioni Unite sulla pena capitale abbia un effetto domino positivo su Cina, alcuni Stati Usa, Iran, Pakistan, Arabia Saudita, Bielorussia.

In Italia la storia dell’abolizione della pena di morte inizia con il giovane magistrato livornese Cesare Beccaria (1764) e con la sua opera letteraria “Dei delitti e delle pene”, nella quale l’autore enuncia la sua teoria: ”La pena di morte non è utile e nemmeno necessaria”. Il merito di Beccaria sta infatti nell’aver spostato la questione dal piano etico-religioso (la giustizia appartiene alla Città di Dio) al piano del diritto (la giustizia appartiene alla città degli uomini).

Nel primo caso i membri della comunità non sono titolari di diritti fondamentali e la vita vale zero. Di fronte ad un crimine feroce (come l’omicidio) la risposta primitiva al bisogno di giustizia prende forma nel rito del sacrificio umano del reo. In uno Stato di diritto (leggi Italia) agli amministrati sono riconosciuti i diritti fondamentali come il diritto alla vita, con la conseguenza che dinnanzi al crimine più efferato, nessuno, nemmeno lo Stato, può fare giustizia sacrificando il reo.

Come la penso. Certamente sono a favore dell’abolizione della pena di morte in quei Paesi nella quale ancora vige. La legge del taglione soddisfa l’istinto di morte, non porta in vita l’ucciso, consola in parte i superstiti. Sono profondamente convinta che la marcia verso l’abolizione universale sia un processo irreversibile, lento ma inarrestabile. maria rener