oggi la democrazia è in lutto
Oggi leggendo i quotidiani mi sono chiesta perché questa donna è stata uccisa e perché è stata uccisa proprio in questo periodo di cose nuove, in cui il Papa, capo della Chiesa di Roma, parla di speranza, il Dalai Lama da Roma racconta la sua speranza di poter tornare a vivere con la sua religione nella sua terra.
Oggi non ho trovato nessuna risposta alle mie domande per l’atroce assassinio della bella e saggia signora pakistana. Una sola idea mi è ronzata in testa e non si è più fermata come un’ape disperata di dicembre alla ricerca di fiori profumati. E l’idea è questa: Tutti dobbiamo morire p-r-i-m-a/ o/ p-o-i.
Oggi la morte di Benazir Bhutto, in questo senso, contiene una lezione per tutti noi, anche per quelli che sono chiamati ad azioni molto più piccole, delle sue, ma che richiedono ugualmente il coraggio di agire per ciò che si ritiene giusto, per ciò in cui si crede, senza preoccuparsi delle conseguenze, senza cercare ragioni, più o meno valide, per procrastinare, rinunciare, arrendersi.
maria rener
3 commenti:
Grazie Mary per le belle parole..
Il fatto accaduto, nella sua tragicità, non ci deve far pensare che non si debba più lottare...che non abbia senso se poi si può morire in questa maniera..
Io credo che si debba invece gridare, dentro sé stessi"Io percorrerò la strada che tu hai tracciato.Io porterò avanti i tuoi ideali, ora miei. Io ti seguirò anche se non ci sei più".
Un grazie a chi ha lottato, lotta e lotterà per un mondo migliore!
Il post di Maria e alcuni articoli letti in questi giorni mi hanno fatto riflettere sul potere e le donne.
In un’intervista, Desmond Morris, etologo inglese, afferma, da una parte, che “le donne dovrebbero prendere in mano le redini della politica” perché, rispetto agli uomini, “sono più prudenti e meno propense a scelte pericolose” e dall’altra mette in evidenza come le donne siano “meno inclini a fare invenzioni geniali ed intraprendere percorsi nuovi”. Non mi sembra che i fatti di questi giorni confermino questa tesi. Benazir Bhutto è stata uccisa proprio perché rappresentava un’insidia al potere di Musharraf ed era in grado di far saltare la struttura sociale di quel paese.
Ritengo anche, come mette in evidenza in un articolo Zucconi, che l’assassinio di Benazir Bhutto sia “una sconfitta spaventosa per tutte le donne” poiché è stata proprio un’altra donna, Condoleeza Rice, a permettere il suo ritorno in patria.
Insomma le donne al potere fanno paura perché sono in grado di destabilizzare, di intraprendere strade nuove e tortuose, soprattutto in certi paesi dove “la misura autentica del progresso e della democratizzazione verrà dalle loro donne, non dai discorsi delle faide o dalle vendette dei loro uomini”.
mi unisco anch'io a chi non vuole rimanere in silenzio davanti a tali fatti.
spesso diamo per scontata la democrazia e la libertà che noi abbiamo, nonostante da circa 14 anni a questa parte sono scese in campo persone che cercano di fare dello Stato interesse personale o comunque di parte.
Benazir Bhutto deve essere un esempio di chi persegue ideali, anche a costo della vita, tesi al bene di tutta la sua comunità.
E deve essere un esempio anche e a maggior ragione, perchè donna.
Grazie e non smettiamo di credere in un futuro migliore.
Laura
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