domenica 22 luglio 2007

“La calda estate dei genovesi verso il Partito Democratico”

Nella corsa alla raccolta firme (entro il 30 luglio 2007) le candidate e i candidati segretari sembrano essere in darwiniana evoluzione. Immagino in breve due diverse specie di candidati: gli appartenenti a “la casta” e le giovani leve della politica italiana. Rispetto alla metafora darwiniana, non ho l’autorità per dirlo, ma auspico il superamento delle divergenze interne al grande disegno del Partito Democratico, e rispetto a questo mi pongo in posizione di equilibrato ottimismo.

Superare il veleno del qualunquismo, e sollevare il velo dell’antipolitica sono imprese difficili, tuttavia, come cittadina non voglio rinunciare al mio bisogno individuale ma, anche, collettivo di un possibile miglioramento delle strutture politico-sociali della comunità. Di fronte alla crisi etica, che ha corroso profondamente i principi ispiratori delle attuali strutture democratiche, mi pongo la domanda di fondo: che fare? Personalmente intendo reagire, guardando ai contenuti del dibattito politico e, soprattutto, sforzarmi di conoscere, documentarmi e, quindi, andare a leggere i documenti essenziali del Partito Democratico: Decalogo per le assemblee costituenti…” e “Regolamento per le elezioni…”, votato dal Comitato dei 45.

Mi scuso per questa lezione di moralità da rivista femminile. Non ho nulla da insegnare a nessuno, semmai è dagli altri che posso imparare qualcosa, ed è questa la molla profonda che mi sospinge verso la comprensione dell’innovativo progetto del centrosinistra. La questione è importante: questa fetta della politica italiana non cambia solamente volto, con una nuova e più attraente maschera, investe e scommette in qualità; ripensa se stessa, è pronta a rinegoziare un nuovo contratto sociale.

Se Atene piange, Sparta non ride. Sono evidenti, infatti, le responsabilità del ceto borghese e del suo approccio superficiale verso la promessa elettorale di scambiare il voto in cambio dell’abolizione di una tassa invisa (l’ICI). Ma la sinistra non è innocente e la sua fatica, a recuperare in credibilità, sta in questa scommessa: costruire un soggetto politico nuovo, in grado di rinvigorire e energizzare le attuali alleanze e farne nascere nuove, all’insegna di una nuova e più forte stagione democratica.

Il succo. La nuova o il nuovo leader del Partito Democratico, eletta/o da un milione di cittadine/i nei gazebo di tutta Italia, è un’opportunità per tutte e tutti – forse, vale la pena di riflettere sulla serietà della scommessa.

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