domenica 16 settembre 2007

Tocca a te rispondere!

In questi giorni su "L’Espresso" e su “La Repubblica” mi è capitato di leggere due lettere interessanti di due ragazzi che per ragioni diverse hanno attirato la mia attenzione e per questo motivo ho deciso di riportare alcuni punti:

“Sono arrabbiata. Tanto. Ho 25 anni e l’urgenza di credere che l’Italia che sto vivendo sia un brutto scherzo. […] Davvero non capisco perché non riesco a trovare un buon lavoro, né avere una pensione, perché sono costretta a fare mesi di stage spesso non retribuiti. Non sono sola. Chiaro. Faccio parte di una generazione cresciuta da genitori convinti che scuola e università avrebbero garantito onore e gloria. Ho abitato una delle più grosse bolle del miracolo atteso e mai realizzato. Sono cresciuta nella sicurezza, multimedialità, cosmopolitismo, emancipazione. […] Pensavo che l’impegno fosse premiato, che serietà e correttezza fossero un pregio. Eppure a livello teorico io dovrei essere la risposta a quel panorama buio e cupo che riempe la bocca dei sociologi. I ragazzi non leggono più: io leggo! Anche le etichette. I ragazzi sono poco puntuali e disorganizzati, non vogliono fare sacrifici: io sono talmente seria che spavento i corteggiatori, così puntuale da arrivare in anticipo, talmente organizzata da starmi antipatica da sola. I ragazzi si laureano tardi: io mi sono laureata in tre anni e mezzo, ma perché nessun datore di lavoro viene ad accogliermi a braccia aperte? Sono caduta dal nido. Non riesco a volare.”
Sonia Cosco

“Mi piacerebbe chiedere quali sarebbero gli strumenti meno grossolani di partecipazione rispetto al V-day visto che televisioni e giornali sono praticamente proprietà dei partiti e i politici hanno abbandonato l’abitudine di andare ad ascoltare le persone comuni nelle piazze, nei luoghi di lavoro o nelle università. […] La scelta di marciare sotto un cartello con la scritta “vaffanculo” è stata consapevole, dettata dalla disperazione di non riuscire a intervenire nella vita politica del paese.”
Antonio Piccirilli

Beh direte che sono sempre i soliti problemi che ricorrono…sì, è vero, però se ritornano vuol dire che una soluzione non c’è ancora e che il disagio si percepisce! Allora chiedo a Voi, frequentatori della rete…proviamo a fornire qualche spunto, qualche idea, qualche risposta, qualche proposta a tutti coloro che si identificano, che condividono, che si riconoscono nelle parole di Sonia e Antonio che con chiarezza e intensità hanno riproposto questi temi.

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